venerdì, agosto 04, 2006
Ieri sera, facendo un escursus di vecchi articoli messi da parte, mi sono ritrovato qualche informazione utile a chi, come me, vuole intraprendere prima o poi la carriera di libero professionista. Nel caso specifico dei designer (settore non menzionato tra le categorie in Confartigianato) la situazione è la seguente: la professione "Designer" non può appoggiarsi ad alcun albo professionale (esistente però per gli architetti) e -tra l'altro- non se ne prevede neanche l'ipotetica istituzione visto che la tendenza attuale è quella di ridurre il numero di albi professionali per facilitare l'accesso a determinate professioni (che non ho capito, però, a quali si riferisce).
Segue citazione testuale di una mail di risposta a un lettore da parte di Valentina Montorsi (responsabile NIdiL CGIL di Modena): "In merito ai versamenti pensionistici si aprono diverse strade di fronte al designer:
- lavoro come libero professionista e quindi versamenti all'Inps come artigiano;
- lavoro come collaboratore/prestatore d'opera e versamenti all'Inps del 12% (progressivamente la percentuale dovrebbe crescere);
- lavoro come dipendente e versamenti in base al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro;
- lavoro come titolare d'azienda e versamenti Per CGIL CISL UIL. (mail del 30/04/1999) "

Per curiosità riporto anche la seguente domanda e risposta, sempre da parte della Montorsi:

"Sono una traduttrice italiana appena rientrata dall'estero. Sono ancora all'inizio della mia carriera e quindi ho ancora collaborazioni saltuarie ma comunque non sono prestazioni occasionali in quanto la traduzione è la mia attività principale.
Dovrei quindi aprire la PI. Mi conviene oppure è meglio emettere generiche ricevute per prestazione occasionili? Perchè alcune imprese non vogliono "troppe" prestazioni occasionali?
Quali spese comporta l'apertura della PI? Quanto vengono tassate le fatture che emettero sui miei clienti comunitari o extracomunitari? Quando avrò la PI, come calcolerò l'INPS sulla fattura? Forse così:
IMPONIBILE: +20% IVA; - 8% INPS a mio carico.
Il 12% INPS (8% a mio carico e 4% a carico del committente) è un contributo per la pensione? Se sì, rimanendo io qui in Italia non troppi anni, e quindi la pensione che eventualmente riceverei sarebbe irrisoria, potrò vedermeli rimborsare oppure se li tengono (come mi è successo in Svizzera!). Grazie."

Lisa (Roma)

"Potresti pensare di fare delle collaborazioni coordinate continuative se l'attività che svolgi è concentrata su alcune imprese con le quali non hai rapporti occasionali ma più strutturati.
La partita IVA ha un pagamento di INPS come quello da te descritto, inoltre però prevede il pagamento dell'IRAP (imposta regionale sulle attività produttive), inoltre dovresti tenere una contabilità non semplice che ti farebbe ricorrere all'utilizzo di un commercialista o altro.
Questa attività va svolta avendo formulato un contratto scritto che regolerà tutti gli aspetti della prestazione, quindi va stilato in modo giusto e vanno evitate clausole capestro.
Per questo ti invito a rivolgerti nella tua città ad uno dei sindacati che tutelano i lavoratori atipici, NIdiL Cgil - Alai Cisl - Cpo Uil, e pretendi una consulenza mirata ed approfondita. Ciao. (mail del 19/05/2000)"

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posted by alex at 17:04 |


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